I viaggi

L’essere affetti da IPF non impedisce di andare in vacanza e viaggiare, con alcuni accorgimenti e attenzioni, a partire da un confronto con il proprio medico curante.


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Viaggiare con la fibrosi polmonare idiopatica

Innanzitutto, è importante chiarire come l’essere affetti da fibrosi polmonare idiopatica (idiopathic pulmonary fibrosis, IPF) non impedisca di andare in vacanza o viaggiare.

Occorre però seguire alcune semplici raccomandazioni e, in ogni caso, parlare con il proprio medico curante per spiegargli le proprie intenzioni e ascoltare i suoi consigli.

  • Scelta della destinazione: Quando è possibile – per esempio nel caso di una vacanza – è opportuno scegliere una località con clima mite, caratterizzato da temperatura e umidità facilmente sopportabili. Inoltre, sarebbe preferibile evitare città particolarmente inquinate: sul sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è possibile ricavare ulteriori informazioni al riguardo (www.who.int/topics/air_pollution/en/  e http://www.who.int/gho/en/, disponibili solo in lingua inglese), ma in ogni caso una ricerca dedicata su internet può aiutare a comprendere i livelli di inquinamento di una determinata zona. Il proprio medico curante potrebbe inoltre richiedere alcune valutazioni aggiuntive in caso sia programmata una gita in quota (ad esempio, alta montagna). Nello scegliere la propria meta occorre tenere presente anche la facilità di spostamento – sia a piedi sia con il trasporto pubblico per un paziente con qualche difficoltà fisica, come nel caso di un soggetto con IPF – nonché l’eventuale esistenza di barriere architettoniche per chi è costretto in sedia a rotelle.
  •  Modalità di viaggio: La scelta della modalità di spostamento per raggiungere la propria destinazione – aereo, trasporto pubblico o auto – è anch’essa importante. Per esempio, il bisogno di ossigeno supplementare potrebbe essere più marcato nel corso di un viaggio aereo (la cabina è pressurizzata a circa 2500 metri). È fondamentale discutere della propria necessità con il medico e valutare la possibilità di una supplementazione di ossigeno durante il volo, secondo le modalità previste dalla compagnia aerea (si veda www.europeanlung.org/en/lung-disease-and-information/air-travel/airline-index/?letter=all, disponibile solo in lingua inglese). Alcune precauzioni sono comunque consigliabili, sia per il viaggio in aereo sia qualora si ricorra a trasporto pubblico o auto propria: per esempio, è importante tenere le proprie medicine a portata di mano (ricordiamo che il bagaglio può anche essere perso!) e sincerarsi che le condizioni di temperatura e umidità siano favorevoli.
  • Assunzione di farmaci: Convivere con la IPF richiede l’assunzione di diversi farmaci. Quando si viaggia, è importante avere a disposizione tutti i farmaci necessari per tutto il periodo trascorso lontano da casa, sincerandosene prima di partire. Occorre poi conservare con sé la prescrizione medica anche e soprattutto qualora sia necessaria un’integrazione ai farmaci nel corso del viaggio. Inoltre, avere una prescrizione medica con sé è fondamentale anche in occasione dei controlli di sicurezza in aeroporto. Durante il viaggio, tutti i farmaci devono essere conservati nella propria confezione, provvista di riassunto delle caratteristiche di prodotto. Qualora si visitino nazioni a un fuso orario diverso dal nostro, è opportuno sentire il proprio medico curante per eventuali variazioni dell’orario di assunzione. Infine, assicurarsi sempre di essere in regola con le vaccinazioni previste per la propria meta; i pazienti con IPF dovrebbero inoltre sottoporsi alle vaccinazioni anti-influenzale e anti-pneumococcica.
  • Assicurazione: Prima di mettersi in viaggio, soprattutto se all’estero, occorre verificare se sono disponibili assicurazioni specifiche, chiarendo quali attività sono coperte, quali documenti sono necessari e che tipo di assistenza medica viene garantita. Può anche essere utile stipulare un’assicurazione generale qualora si sia improvvisamente impossibilitati a viaggiare per motivi di salute.

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